DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

mercoledì 30 marzo 2011

Quando si mette in divisa un idiota

http://www.rollingstone.com/politics/news/the-kill-team-20110327

Vendola r...incula

Lettera 11
Al Tg La7 Mentana, commentava il sondaggio. Se ho sentito bene, ha detto che Vendola "rincula". Spero davvero che la "r" iniziale ci fosse.
Vittorio Lapsusfreudiano InFeltrito ImBelpietrito

martedì 29 marzo 2011

Simona Ventura dis...educatrice

2 - ANVEDI CHE STIMMATE!
Andrea Marcenaro per "Panorama"
Simona Ventura è donna tutta d'un pezzo, implacabile, severissima. Contrariamente a come si presenta, ella è praticamente la signorina Rottermeier della nostra televisione. Il depauperamento dei valori, come lo chiama lei, provoca a «Simo» infinito sconforto: «Che tristezza vedere queste ragazze disposte a qualsiasi cosa in cambio di soldi e di successo facile», si è lasciata spesso andare ultimamente. Per sollevarsi, subito dopo, con l'impulso dell'educatrice. Le saprebbe mettere a posto lei, ha detto, «quelle là». Allestirebbe, in quattro e quatti otto, un'Isola dei famosi per loro: "Un'isola cattiva, dove queste ragazze dovrebbero fare dei veri sacrifici, soffrire la fame e il freddo, procurarsi il cibo tra mille difficoltà». Questo ha detto la dolce Simona Ventura, nota per il suo comportamento monacale e i suoi programmi impegnati. Subito dopo aver espresso il giudizio, la signora si è data un'aggiustatina sul davanti. Dove esplodevano due vistose tette rifatte, a prima vista, ma a guardarle con maggiore attenzione erano stimmate.

D'Alema immigrato

Frattini darebbe 1700 euro a ogni immigrato che accetta di tornare in Africa. Secondo me Al D' Alem non accetta.
Vittorio Ibn Feltrit Ibn Belpietrit

lunedì 28 marzo 2011

DISTIMIA. Dino Menichini. Addio, maestro...

"...poi, secondando il volere di Dio
un giorno salirmene anch'io
su un piccolo treno che va
carico di memorie bambine
e scendere al confine dell'eternità."

Dino Menichini


http://www.vallidelnatisone.org/cultura-letteratura-dinomenichin.html


http://www.lintver.it/storia-personaggi-francobraga.html

Cinema italiano: condivido in toto



Caro DAGO, il nostro cinema agonizza non perchè ci il FUS non è finanziato, ma perchè mancano (quasi) talenti idee e freschezza. Ogni tanto esce un film carino nel filone della commedia all'italiana o di quella che si chiamava "denuncia". Per il resto storielle intimiste, buoniste, terzomondiste, piagnone e noiose, e sopratutto NON ESPORTABILI. E' un cinema mediocre nel suo politically correct, scritto per l'italietta laica democratica e antifascista, di cose che sappiamo solo noi e ci diciamo fra noi e per noi, una sequela di Corazzate Potemkin in sedicimilionesimo (vedasi il mitico commento del Rag. Fantozzi). Un bel film, anche senza prestese artistiche, deve parlare a tutti e di temi che toccano tutti, anche quindi ai canadesi o i danesi.
ACCORSI MEZZOG UB02
Invece eccoti un club privè di soliti noti, chiusi, ripetitivi, autoreferenziali, che se la tirano sul nulla, post-sessantottini a vita anche se nel 68 erano in fasce o ancora da concepire, che non riescono tutti insieme a mandare alla selezione per gli OSCAR 2011 un dico un film nostrano perche' non ce ne è uno degno, e poi dicono che la colpa è di Bondi che non li foraggia e non della loro pochezza.
Anni fa furono presentate 38 domande di ammissione al finanziamento, 37 accolte, un solo film respinto dalla Melandri ministra dell'epoca. L'escluso fu L'ULTIMO BACIO di Muccino. Degli altri ammessi, una parte non trovo' nemmeno un distributore, e tutti insieme non fecero l'incasso dell'ULTIMO BACIO. Ah già, che cazzo conta la gente, il botteghino non è indicatore di nulla. Scusate.
BLUE NOTE

Fidel Castro e Gheddafi

Lettera 8
Ma com'è che a Cuba se ne stanno ancora tutti buoni buoni? E che dire di Castro che è sempre stato ammirato e ben protetto da chi odia certi altri dittatori? E che differenza c'è tra i due rivoluzionari Gheddafi e Castro? Ah, già: la barba.
Vittorio Fidelddafi InFeltrito ImBelpietrito

venerdì 25 marzo 2011

"Diversamente immigrati"

Lettera 11
Ad Annozero Veltroni & C. hanno detto che non è giusto e umano usare il termine "clandestini". Ok, Uolter: propongo "diversamente immigrati".
Vittorio Politicallycorrect InFeltrito ImBelpietrito

MONOTONIA DELLA DISTIMIA.

mercoledì 23 marzo 2011

De Magistris-De Furbettis

Non supera l'udienza preliminare: giudicato "lacunoso, inidoneo, carente" il castello accusatorio della costosa inchiesta "Toghe lucane", che ha tenuto per anni gli indagati in una condizione di ingiusto pubblico ludibrio. Inchiesta inutile? Ma no! A qualcosa è servita: complici i due ex-europarlamentari Sant'Oro e Lillibotox, il magistrato che l'ha condotta l'ha usata come ottimo trampolino per una rapida carriera politica, farsi eleggere a Bruxelles e fracassarci i marroni con le sue prediche moraliste e le beghe con Tonino dei plus-Valori. Complimenti, signor ...De Magistratis!


Vittorio De Furbettis InFeltrito ImBelpietrito

Bombardare la Libia? Yes we can!

Se a ...capo dell'ONU, al posto del demo-furbetto Obama (remember Guantanamo) ci fosse un AmeriKano RepubbliKano che telefona a SarKozy e gli dice: "Bombarda tu, che io non posso", sai che sventolio di bandiere arcobaleno e che cori nelle nostre ora silenziose piazze?


Vittorio Yeswecan InFeltrito ImBelpietrito

Achille Bonito (???) Oliva

martedì 22 marzo 2011

De Magistris-De Bidellis-De Furbettis

Carlà, ti regalo la Libia!

Bombe qui e bombe lì.

La Libia non è un paese democratico.
Bombardiamo.
La Cina non è un paese democratico.
Bombardiamo?

lunedì 21 marzo 2011

Rivoluzionari

Ma com'è che a Cuba se ne stanno ancora tutti buoni buoni?
E che dire di Castro che è sempre stato ammirato e ben protetto da chi odia certi altri dittatori?
E che differenza c'è tra i due rivoluzionari Gheddafi e Castro?
Ah, già: la barba.
Vittorio Barbuddafi InFeltrito ImBelpietrito

Yeswecan

Se ...a capo dell'ONU al posto del demo-furbetto Obama (remember Guantanamo) ci fosse un RepubbliKano, sai che casini nelle nostre ora silenziose piazze?
Vittorio Yeswecan InFeltrito ImBelpietrito

venerdì 18 marzo 2011

DISTIMIA. Metereopatia

Quanto influisce, sull'umore, il brutto tempo!
Quanto influisce, sull'umore, il brutto tempo?

Solo profughi maschi


La lettera del giorno | Venerdì 18 marzo 2011

Clandestini del Nord Africa perchè decidono di partire

Chi scappa da guerra e fame va accolto; d’accordo. Ma le chiedo: come mai arrivano soltanto uomini e non donne e bambini?

Vittorio Vida
vida.v@libero.it

Una cosa mi sfugge in tutto questo trambusto sugli esodi veri o presunti dal Nord Africa. Ma perché proprio adesso che hanno conquistato la libertà scappano dai loro Paesi?

Sebastiano Rizzo
sebastiano.rizzo@ gmail.com

Clandestini del Nord Africa perchè decidono di partireCari lettori,
Fra coloro che cercano di sbarcare clandestinamente sulle coste italiane e spagnole vi è un po’ di tutto. Vi sono avventurieri, contrabbandieri, persone che hanno qualche conto da regolare con la giustizia o, come nel caso recente della Tunisia, che hanno approfittato dei disordini per evadere dal carcere in cui stavano scontando una pena. Ma la maggioranza appartiene alla categoria degli «emigranti sociali», vale a dire di coloro che cercano in Europa un lavoro meglio remunerato o addirittura un primo impiego. Se riusciranno a trovarlo manderanno a casa, per sostenere la famiglia, una buona parte del loro salario; e se riusciranno a conquistare un permesso di soggiorno faranno del loro meglio per ricostituire in Europa la loro famiglia. Nella maggior parte dei casi le mogli e le madri aspettano in patria d’essere chiamate perché i viaggi dei clandestini, come sappiamo, sono al tempo stesso costosi e pericolosi. Ma vi sono anche donne incinte che partono con il loro uomo. Lo fanno forse nella speranza d’impietosire le autorità europee, se le barche vengono intercettate, e di ottenere migliore assistenza. Ma non mi sembra giusto che l’Italia festeggi la giornata della donna senza riconoscere il loro coraggio.

Non vi è alcun rapporto, quindi, tra la conquista della libertà e la loro decisione di restare o partire. Può darsi che i loro Paesi divengano più democratici, ma questo non significa che le loro economie siano in condizioni di offrire, di punto in bianco, maggiori occasioni di lavoro e un futuro più promettente. In una prima fase, mentre l’Egitto e la Tunisia devono fare fronte al minore gettito fiscale provocato dalla chiusura delle fabbriche e dall’interruzione del turismo, la situazione potrebbe addirittura aggravarsi. I tunisini giunti in Italia negli scorsi giorni lo sapevano e hanno approfittato della minore vigilanza delle forze di polizia per tentare la fuga. Per concludere, cari lettori, capisco che l’Italia e altri governi europei cerchino di bloccare l’immigrazione clandestina. Ma questo non deve impedirci di comprendere le condizioni e le ragioni di coloro che cercano di arrivare sulle nostre coste.

giovedì 17 marzo 2011

DISTIMIA. Un vecchio, inutile tronco

Il fiume ingrossato ha portato giù al mare un pezzo di tronco.
Una volta viveva, nel verde.
Ora è qui, sulla riva sabbiosa, impastato di alghe, con un lercio sacchetto impigliato. Rotola spinto dall'onda, in salita, a fatica; scende rotolando veloce e, ripreso, rispinto, riarranca, risale ed esausto ricade tra rotte conchiglie e carcasse di granchi, ricoperto di rena.
Perpetua la morte in questa inutile vita  di andate e ritorni, andate e ritorni, andate e...

mercoledì 16 marzo 2011

Veneziani stalker

In una perquisizione ordinata dai giudici, hanno trovato a casa mia una misteriosa tuta nera col numero 36, un mantello e un cappuccio sturacessi da Capitan Ventosa, un paio di calosce da guerra, una clava e un ventilatore portatile ancora sporco di letame. Ho dovuto confessare agli inquirenti che è la divisa assegnata a me e ad altri 35 militi del Giornale dalla Struttura Delta per appostarci, insultare e sporcare Bocchino. Ho dovuto anche svelare perché siamo in 36 a fare stalking contro di lui: siamo divisi in 6 squadre da 6 e ci alterniamo in turni di 4 ore sotto casa, sotto il Parlamento e a volte sotto il letto.
Lo minacciamo, lo molestiamo, gli palpiamo le chiappe, gli telefoniamo in continuazione, gli attribuiamo atrocità su Sara, Yara e Mara, ci imbuchiamo ovunque. Collaborano con noi i servizi segreti deviati di Dagospia. Ogni sabato la Struttura Delta ci dà la paga, misurata col bocchinometro; siamo pagati in base ai danni che produciamo a Bocchino.
MARCELLO VENEZIANI_RESIZE
Facciamo apposite riunioni ad Arcore, ci mostrano sulla lavagna luminosa il Bocchino e i suoi punti deboli, facciamo simulazioni di agguato. C'è chi ha studiato da killer, chi da cane da caccia, io da privatista. Ho seguito corsi per corrispondenza «Black Boc», che in codice significa «fare nero Bocchino».
ITALO BOCCHINO E MARA CARFAGNA ALLINIZIO DELLA CARRIERA POLITICA
Ho confessato ai giudici che non ho mai dedicato un articolo o anche mezzo al Bocchino, ma solo qualche fugace accenno di passaggio. Ho dovuto ammettere di non aver mai studiato il pensiero di Bocchino, l'uomo e l'opera. Né conosco suoi proseliti; conosco qualche bocconiano, ma nessun bocchiniano. Però Bocchino querela per diffamazione anche se lo citi solamente. Bocchino a me? Ma io ti querelo. Mi chiedo che precedente si creerebbe se i magistrati prendessero sul serio la denuncia di Bocchino: da Berlusconi ai suoi ministri, dallo stesso Fini ad Alemanno, a tanti personaggi non solo di primo piano ma anche di secondo piano, di mansarda e sottoscala, visto il precedente, denuncerebbero i giornali che li criticano di perseguitarli e molestarli. Ora sono pronto a scrivere un articolo riparatore su Italo Bocchino statista e a sostenere che l'Italia si chiama così in suo onore.
(M. Veneziani)

martedì 15 marzo 2011

DISTIMIA. Signori: si scende!

Sei lì con chi ami e ti fa star bene; buon cibo; buon vino; ridi e scherzi; buon umore. Buon umore? Ad un un tratto, inizi a scendere. Hai presente i coniglietti Duracell? Camminano, suonano i loro tamburini, poi, pian piano rallentano; ancora; di più. Si fermano. Fine delle batterie. Fine del buon umore.
Domande, le solite: perchè? fino a quando? cosa posso fare per te?
Fastidio.
Disagio di entrambi.
Ciao.

Per strada piove; anche nell'animo. Buio.
A casa la gatta ti si accoccola in grembo; ti lecca la mano. Poi il viso. Ti fa pena. Ti fai pena.
Fumi una sigaretta. Accendi la TV, il computer.
Dopo un po' ti accorgi che risali. E' vero, sì: sei in risalita.
Scrivi qualche riga.
Sei tornato normale.
Ti resta soltanto il dispiacere per chi hai fatto star male.

FINE

Ma sai che è una fine senza fine.

Fine? Dopo mezz'ora esci in terrazzo a fumare. Piove ancora. La pioggia picchietta sulla tenda. E sul cuore. Senti, lontano, il rumore delle macchine sull'asfalto bagnato; ti strisciano l'anima.
Ti senti, ancora, un po' giù.

Previsioni dei tempi

Questo popolo di santi, poeti, navigatori, nipoti, cognati...
(E. Flaiano)

DISTIMIA. Ultimi frammenti

ULTIMO FRAMMENTO
E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.
(R. Carver)


IL MIO ULTIMO FRAMMENTO

E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos'è che volevi?
Saper amare.
Poter amare.

Toghe da piazza

A
ntonio Ingroia ha veramente rotto, anche questo è un parere tecnico. Ha rotto perché uno non può attaccare il governo e «infiammare Piazza del Popolo» (testuale da Repubblica di ieri) e poi spacciartelo come l’atto di un convegno a porte chiuse, non può definire «sobrio» il suo intervento infilato tra le militanze di partito e tra varia compagnia letteralmente cantante. Ingroia ha rotto soprattutto per il suo continuo parallelarsi a Paolo Borsellino, del quale secondo il suo compare di verbali e di vacanze, Marco Travaglio, sarebbe ovviamente «unico erede» assieme a Giovanni Falcone: e si può solo immaginare che cosa avrebbero provato i due di fronte a questo incessante marketing del defunto che ci hanno costruito attorno da quasi vent’anni, questo macabro carnevale di sfruttamento politico, editoriale, giudiziario e «culturale» dell’icona di uomini che ne avrebbe avuto soltanto orrore. Uomini che erano allergici a tutte le cialtronate del parolame antimafia, e le fiaccolate, i cortei luttuosi, gli alberi Falcone, le vie e le piazze e le scuole, la cazzata delle agende rosse, gli appelli, i video, la retorica, le urla, i pianti, la memoria scaraventata nel canaio.
Ieri Ingroia si è fatto intervistare da Repubblica e ha detto che l’intolleranza che lo riguarda «è la stessa che anni fa attaccò Paolo Borsellino», naturalmente, solo che oggi c’è «uno spiegamento di uomini e mezzi molto più massiccio». Questo articolo ne fa evidentemente parte. Non solo questo: perché lui, Ingroia, cioè un magistrato, può tranquillamente andare a infiammare le piazze coi suoi interventi «sobri», ma a rispondergli occorre stare attenti, perché «non mi sembrano affatto sobri», ha detto, «gli attacchi che gettano fango su chi non la pensa allo stesso modo». Traduzione: «Darò mandato ai miei avvocati di valutare i presupposti per un’azione legale». Un’azione tecnica, s’intende. Cioè: lui fa il pm e può andare in piazza ad attaccare il governo, noi facciamo il giornalisti ma se attacchiamo ci querela. Voi limitatevi a immaginare un Paolo Borsellino che va in Piazza del Popolo ad attaccare un governo: ecco, Ingroia, querelaci questo. Oppure, ecco, Ingroia potrebbe offrirci un altro sobrio parere e attaccare in piazza direttamente Falcone e Borsellino, visto che le loro posizioni spesso coincidevano con le idee di questo governo in tema di giustizia e, s’intende, con le velleità del Piano di rinascita nazionale di Licio Gelli. Orsù, perché Ingroia non attacca anche il Falcone che su Repubblica del 3 ottobre 1991 si diceva favorevole alla separazione delle carriere? O il Falcone che sulla Stampa del 6 settembre 1991 criticava la politicizzazione della magistratura? O quello che il 20 gennaio 1990 si scagliava contro le correnti del Csm?
Ingroia, tempo fa, disse che «l’attuale equilibrio politico e istituzionale è fondato sulle stragi del 1992»: un intervento sobrio anche questo. Un parere tecnico. La verità, a parte tutto, è che Ingroia ha tutte le ragioni di lagnarsi: in effetti questa complicata riforma della giustizia è rivolta anche contro i magistrati come lui. Quei magistrati, cioè, come Ingroia, che sono capaci di tenere in piedi istruttorie tutte sbagliate per poi scivolarne via senza pagare pegno, come quella sul delitto di Mauro Rostagno. Quei magistrati, come Ingroia, che biascicano continuamente di essere prossimi a indicibili verità (su trattative & politica & stragi eccetera)  dopo che per 18 anni una dozzina di pm, più una trentina di giudici di primo grado e d’appello e di Cassazione, non hanno ancora scoperto i veri esecutori e mandanti della strage di via D’Amelio: anzi, hanno incarcerato innocenti come ha rivelato il quasi-pentito Gaspare Spatuzza. Quei magistrati, come Ingroia, che si dicono indipendenti dalla stampa e poi passano le vacanze in Grecia con Marco Travaglio, il suo biografo di fiducia. Quei magistrati, come Ingroia, che si sono fatti ristrutturare il casolare di campagna da un uomo come il costruttore Michele Aiello, prima di scoprire - non lui: l’hanno scoperto altri - che questo Aiello era un prestanome di Bernardo Provenzano. Immaginarsi se fosse successo ad altri. Ma non è successo ad altri: è successo a lui, Antonio Ingroia, professione antimafia, elemento di spicco della più formidabile casta di intoccabili nominati per concorso. Ma questo nostro, naturalmente, è solo un parere tecnico.
15/03/2011 Filippo Facci

lunedì 14 marzo 2011

Scuola privata per tutti!

Lettera 18
Santoro, Melandri, Moretti, Finocchiaro, Rutelli, Fioroni: davvero, con i loro figli, snobbano la scuola pubblica italiana? Forse per lorSignori è ...troppo di sinistra? 
E meno male che SantOro ci tiene a precisare che l'imprecisata retta della sua scuola francese "non è esosa". Siamo tutti più tranquilli sapendo che così ce la fa ad arrivare alla quarta settimana.
Vittorio Razzolamale InFeltrito ImBelpietrito

venerdì 11 marzo 2011

Non ho più certezze

Non ho più certezze. Due anni fa giuravo che non avrei mai accettato di guardare un film sul computer; che non avrei mai rinunciato al "grande schermo", al buio suggestivo e al raccoglimento del vecchio cinema. Ora...
Non ho più certezze.

Bocchini delicatini

Non conosco se abbia sentito parlare di Fanfani, Andreotti & C. Quelli erano signori che sapevano stare al mondo. Pure loro non potevano soffrire i giornalisti. Ma avevano la pelle del rinoceronte, come raccomandava il compagno Togliatti. Non quella delicata di certi signorini della politica di oggi.

di Giampaolo Pansa
11/03/2011

giovedì 10 marzo 2011

Per Te, nella vecchiaia.

When You Are Old 

When you are old and grey and full of sleep, 
And nodding by the fire, take down this book, 
And slowly read, and dream of the soft look 
Your eyes had once, and of their shadows deep; 

How many loved your moments of glad grace, 
And loved your beauty with love false or true, 
But one man loved the pilgrim soul in you, 
And loved the sorrows of your changing face; 

And bending down beside the glowing bars, 
Murmur, a little sadly, how Love fled 
And paced upon the mountains overhead 
And hid his face amid a crowd of stars. 

-- William Butler Yeats 


Quando tu sarai vecchia 

Quando tu sarai vecchia, tentennante 
tra fuoco e veglia prendi questo libro, 
leggilo senza fretta e sogna la dolcezza 
dei tuoi occhi d'un tempo e le loro ombre. 

Quanti hanno amato la tua dolce grazia 
di allora e la bellezza di un vero o falso amore. 
Ma uno solo ha amato l'anima tua pellegrina 
e la tortura del tuo trascolorante volto. 

Cùrvati dunque su questa tua griglia di brace 
e di' a te stessa a bassa voce Amore 
ecco come tu fuggi alto sulle montagne 
e nascondi il tuo pianto in uno sciame di stelle. 

--Eugenio Montale 



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QUAND VOUS SERES BIEN VIEILLE… di Pierre de Ronsard


Quand vous serez bien vieille, au soir, à la chandelle,
Assise aupres du feu, devidant et filant,
Direz, chantant mes vers, en vous esmerveillant:
Ronsard me celebroit du temps que j'estois belle.

Lors, vous n'aurez servante oyant telle nouvelle,
Desja sous le labeur à demy sommeillant,
Qui au bruit de mon nom ne s'aille resveillant,
Benissant vostre nom de louange immortelle.

Je seray sous la terre et fantaume sans os:
Par les ombres myrteux je prendray mon repos:
Vous serez au fouyer une vieille accroupie,

Regrettant mon amour et vostre fier desdain.
Vivez, si m'en croyez, n'attendez à demain:
Cueillez dés aujourd'huy les roses de la vie.



QUANDO VECCHIA SARETE


Quando vecchia sarete, la sera, alla candela,
seduta presso il fuoco, dipanando e filando,
ricanterete le mie poesie, meravigliando:
Ronsard mi celebrava al tempo ch’ero bella.

Serva allor non avrete ch’ascolti tal novella,
vinta dalla fatica già mezzo sonnecchiando,
ch’al suono del mio nome non apra gli occhi alquanto,
e lodi il vostro nome ch’ebbe sì buona stella.

Io sarò sotto terra, spirto tra ignudi spirti,
prenderò il mio riposo sotto l’ombre dei mirti.
Voi presso il focolare una vecchia incurvita,

l’amor mio e ‘l fiero sprezzo vostro rimpiangerete.
Vivete, date ascolto, diman non attendete:
cogliete fin da oggi le rose della vita. 



(Mario Praz)


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VALZER PER UN AMORE 

Quando carica d'anni e di castità 
tra i ricordi e le illusioni 
del bel tempo che non ritornerà, 
troverai le mie canzoni, 
nel sentirle ti meraviglierai 
che qualcuno abbia lodato 
le bellezze che allor più non avrai 
e che avesti nel tempo passato 
ma non ti servirà il ricordo, 
non ti servirà 
che per piangere il tuo rifiuto 
del mio amore che non tornerà. 
Ma non ti servirà più a niente, 
non ti servirà 
che per piangere sui tuoi occhi 
che nessuno più canterà. 
Ma non ti servirà più a niente, 
non ti servirà 
che per piangere sui tuoi occhi 
che nessuno più canterà. 
Vola il tempo lo sai che vola e va, 
forse non ce ne accorgiamo 
ma più ancora del tempo che non ha età, 
siamo noi che ce ne andiamo 
e per questo ti dico amore, amor 
io t'attenderò ogni sera, 
ma tu vieni non aspettare ancor, 
vieni adesso finché è primavera.



(Fabrizio De Andrè)








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DISTIMIA. Funeral Blues



  Wystan Hugh Auden







Facce

Le facce comuni nei luoghi pubblici
Sono più sagge e più belle
Dei volti pubblici nei luoghi privati.
-- Wystan Hugh Auden

minuscolo bocchino

Io comincerei a scrivere "bocchino". Proprio minuscolo.
Vittorio Furbino Spioncino InFeltrito InBelpietrito

mercoledì 9 marzo 2011

La falce di Lilli Gruber e il martello di Pansa

Conosco la Gruber da anni. È sempre stata rossa, al punto di essere eletta deputato europeo nella lista dell'Ulivo, nell'anno 2004. Da quando è ritornata al lavoro di televisionista il suo rosso è divenuto molto acceso. Per diventarlo ancora di più il giorno che ha intravisto la possibilità di stare nel plotone d'esecuzione del Berlusca, un tiranno inseguito da una miriade di cacciatori che vogliono la sua pelle.
MAURO MASI INGRID NUCCITELLI
Mi guardo tutte le sere "Otto e mezzo" con un solo scopo: constatare se ogni volta la Gruber è in grado di superare se stessa quanto a faziosità politica. E devo riconoscere che ci riesce di continuo. Il suo settarismo sinistro è divenuto così bulgaro e blindato da farle dimenticare il proprio ruolo. Non è più una conduttrice imparziale, bensì uno dei litiganti invitati a discutere l'argomento della serata.

Non credo di essere l'unico a pensarla così. Un signore che s'intende di tivù assai più di me, Aldo Grasso, il critico televisivo del "Corriere della sera", ha steso il seguente verdetto: "La Gruber rappresenta un vecchio modo di fare giornalismo. Nel suo programma non c'è mai un percorso di conoscenza, ma solo uno scontro di opinioni, una parata di idee contrastanti. Il più delle volte immersa in un'atmosfera monocorde e anche un po' noiosa".
In questo scontro, la Gruber vuole sempre vincere. Per arrivare a questo risultato, adotta spesso il metodo del due contro uno. I due, ferrei anti-Cavaliere, sono lei e uno degli ospiti, entrambi nemici giurati del Caimano.
VITTORIO FELTRI
L'uno è l'invitato di centrodestra. Destinato fatalmente a soccombere. E non metto nel conto il filmato di Paolo Pagliaro, che ogni sera offre alla compagna Lilli il proprio soccorso rosso. In quei minuti si passa al tre contro uno. Uno stato di fatto che diventa ridicolo, prima ancora che scorretto.
BRUNO MANFELLOTTO
ANTIQUARIATO POLITICO 
Il trionfo del metodo Gruber l'ho avuto sotto gli occhi per l'ennesima volta nell'"Otto e mezzo" di venerdì 4 marzo. L'ospite da pestare era Vittorio Feltri. I tre picchiatori erano Gruber, Pagliaro e Bruno Manfellotto, il direttore dell'"Espresso". Ho lavorato con lui per anni e l'ho sempre considerato una persona seria e un collega da rispettare. Gli consiglierei di non prestarsi a diventare il Fantozzi della compagna Gruber. Lei è in grado di far ridere il pubblico da sola.
LUISELLA COSTAMAGNA
Per lasciar riposare la sua star nel week end, sempre il dottor Stella ha concesso il fine settimana alla coppia Luisella Costamagna & Luca Telese. Qui siamo all'antiquariato politico. Telese è convinto di essere l'ultimo comunista rimasto in Occidente. La Costamagna sembra la zia ridanciana degli antagonisti odierni. Il combinato disposto è da vecchio Festival dell'"Unità". Persino più noioso del nuovo spot di Telecom, quello che tutti i giorni e più volte al giorno comincia con lo strillo: "È nata Francesca!".
LA MEJO PRESS DE NOANTRI LUCA TELESE
La vera scossa positiva per La Sette potrebbe essere una sola. Contaminare i generi.
E proporre alla Rai uno scontro in diretta tra Ferrara e la Gruber. Da trasmettere su entrambe le emittenti. Sarebbe il match dell'anno. Forse colerebbe il sangue. Ma ormai, senza vedere il sangue, non ci divertiamo più a guardare la tivù.
Ho una postilla da fare: chi vincerebbe fra Giulianone e Lilli? Credo di saperlo. Ma lo lascio immaginare ai lettori del Bestiario.
(G. Pansa)