DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

giovedì 30 giugno 2011

Concita disoccupata va alle primarie


Santoro non va a La7. Estikazzi!

Secondo Leoluca-il-prode-Orlando, se Santoro non va a La7 è colpa di Berlusconi.
Ma dài, Orlando!
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Porno PD - Porno Italia

La segretaria cicciottona del Pd che ha girato un film porno ed è stata scoperta dal partito di Culatello Bersani. 






Chiude la degna rappresentazione di un paese allo sbando totale il sullodato Pierluigi che abbraccia Franco Pronzato, compagno che sbaglia, attualmente aggregato a Marassi (il carcere, non lo stadio).

mercoledì 29 giugno 2011

Sandro Ruotolone Regina

Caterpillar, Rai 2, Martedì 28; sui clandestini interviene Sandro Ruotolo: " Li chiamiamo clandestini, ma uomini che rischiano la vita in mare devono essere chiamati eroi".
Con tutto il rispetto per i profughi veri, ma dico, Ruotolo, ci sei o ci fai?
Vittorio Annoazzerato  Sruotolato InFeltrito
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Procuratori (di chiacchiere) della Repubblica





http://www.libero-news.it/news/772829/Bisignani__pm_autolesionisti__Prove__Il_comizio_tv_del_pm.html

Rifondazione comunista

Avanti popolo, alla viscossa, 
bandieva vossa
tvionvevà.
(Nei salotti romani).








DISTIMIA e sigarette

Già. Ma non bastano; no.
E vai di nuovo di pillole.

martedì 28 giugno 2011

lunedì 27 giugno 2011

DISTIMIA. Senza più pilloline

...e ora dubita anche chi prova.
Troppe lucette si sono spente, nell'impianto.
Ricompaiono buchi.
E inadeguatezze nel socializzare.
E anche una sera nera; nera. Conseguente.
Dici: "Ma, è successo questo e questo e questo", e pensi che è per quello e quello e quello che ora ti senti sull'orlo di un baratro.
Ma non ne sei sicuro. Forse sono pretesti. Forse son proprio QUELLE che mancano.
E diventi ancor più nero, a pensarlo; a pensare che dipendi da LORO. Che il bene tuo e di chi ti sta vicino dipende da LORO.
Poi, dopo un po' che sei a casa, risali; e riesci perfino a...

sabato 25 giugno 2011

venerdì 24 giugno 2011

Mignotte colte sul Fatto

Il Fatto ha ritenuto importante riportare i pettegolezzi-intercettazioni su una signora che sta al governo. 
"Brutta...stronza... mignotta..." sono gli epiteti che ha riportato il gentiluomo- gran bell'uomo Luca Telese nel suo articolone. 
Ma come lo spiega il Telese che "mignotta"  è un termine che lui può sparare così su un giornale nazionale mentre se io cerco di scrivere "mignotta" sul blog del suddetto Telese il termine non viene accettato e viene sostituito da eleganti e beneducati puntini?


Vittorio Telestr..... Fattomign..... InFeltrito Spadellato



Lettera 4
Mah... non so se sarei contento se mio figlio avesse un insegnante come quelli visti ieri in piazza Montecitorio...
Vittorio MaestrinadallapennaROSSA Infeltrito Spadellato

giovedì 23 giugno 2011

Da quanto siamo in Libia? Tre mesi?

Telese. Gran bell'uomo e galantuomo.

Luca Telese per "Il Fatto Quotidiano"
LUCA TELESE
Ecco vedi: "Una mignotta come poche". Non è solo il turpiloquio. Non è solo un gioco del telefono, o il normale effetto retroscena che tutte le intercettazioni regalano. Non è (solo) come guardare nel buco di una serratura, questo ritratto di famiglia (ostile) in un interno. Michela Brambilla per Luigi Bisignani è "una stronza, brutta come un mostro, mignotta come poche".
ecc. ecc.
_________________________
Gran bell'articolo del gran bell'uomo Telese.
Il Fatto considera molto importante la pubblicazione di questo stralcetto di intercettazione, vero?


Destra o sinistra, la donna tira sempre






mercoledì 22 giugno 2011

DISTIMIA. Senza più pilloline

C'è chi prova.
C'è chi dubita...

martedì 21 giugno 2011

Agenzie di rating. Maurizio Milani

ARCHIVIO › INNAMORATO FISSO

21 giugno 2011

Nessuno si fida più delle agenzie di rating. Tirano l’acqua dove vogliono. L’Onu ieri ha deciso: l’unica agenzia che può dare voti sull’affidabilità delle economie degli stati non esiste. Anzi, da oggi sì, riconosciuta da tutti: l’Agenzia economica vaticana. Ecco i primi voti sui bond nazionali: Italia (AAA); Inghilterra (Aa); Scandinavia (Aaaa); Tobago (lasciamo perdere); Zambia (B+C2 ). L’Italia si conferma l’economia più solida. Quindi non rompete le balle al governo.

Maxim Dalemovich Pentitov

lunedì 20 giugno 2011

D'Alema indigesto

2- COME MI DISSE AGNELLI IO SEMPRE INDIGESTO A ESTABLISHMENT...
(Adnkronos) -
 


"L'avvocato Agnelli una volta lui mi disse una cosa, che io considero un grande onore. Mi disse: 'Guardi, lei risulta e risultera' sempre piu' indigesto all'establishment di questo Paese'". Lo rivela Massimo D'Alema, in un'intervista al direttore del 'Post' Luca Sofri.








Soltanto all'establishment???




Satira satira satira uguale uguale uguale






domenica 19 giugno 2011

Che palle deve avere il marito di Concita!


Venerdì pomeriggio Dagospia, al solito informato, mette in rete la notizia secondo cui l’addio di Concita è cosa fatta. La tesi del sito di Roberto D’Agostino è la seguente: esauritasi la spinta propulsiva del duplex Veltroni-Soru che in veste il primo in veste di kingmaker ed il secondo di king doveva scalare il Pd, il domino prosegue con l’Unità. La regia dell’arrivo della De Gregorio all’Unità era stata dell’ex sindaco di Roma, deisderoso di dotare il proprio progetto di conquista dell’egemonia Democratica di adeguato supporto mediatico. Tramontato Soru e messo non tanto meglio Veltroni, dunque, si cambia.

Solo che Concita la prende male, e sull’Unità di ieri verga un editoriale sdegnato, dove copre di improperi Dagospia, accusata di rimestare nel torbido e spandere chissà quali veleni, e soprattutto smentisce la notizia dell’imminente addio: «Il mio contratto non è “in scadenza”, come direttore non ho ricevuto comunicazione alcuna». Postilla: «Diciamo pure che sono fiduciosa».

Ed è talmente ben riposta, la fiducia di Concita, che temèpo qualche manciata di ore arriva il comunicato dell’editore, con gli avverbi calibrati, le carinerie di rito e «l’augurio sincero e reciproco». Poco più di una settimana, e Concita saluterà per l’ultima volta una redazione che, giurano i soliti maligni, non è che si stia strappando i capelli per la disperazione.

di Marco Gorra
19/06/2011 Libero

venerdì 17 giugno 2011

Agenzie di valutazione ???


Aprile 2011


PER L'AGENZIA DI RATING NESSUN RISCHIO CONTAGIO PER IL NOSTRO PAESE

Moody's: per l'Italia outlook stabile 


Giugno 2011

Moody' s avverte: possibile il taglio
del rating sul debito dell'Italia

In una nota l'agenzia americana annuncia di aver posto sotto revisioneil «voto» Aa2 per un possibile ribasso.

Ma andate a farvi valutare voi!!!

Miss Marchetta Travaglio

Una modella perfetta in posa sexy. Se avesse le tette mostrerebbe anche quelle ...

Su Dagospia: Vittorio InFeltrito collection

http://ricerca.dagospia.com/vivisimo/cgi-bin/query-meta?v%3afile=viv_ZVboQI&v:state=root%7Croot-0-10%7C0

La fotografa personale di Putin.





Palle nucleari e pale eoliche

In attesa di Rubiatron e fusione fredda ci girano le pale...

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La invito ad approfondire un argomento che nella risposta a una lettrice ha appena sfiorato: la fusione fredda. Lei ha affermato che occorrerà aspettare ancora due o tre generazioni prima che essa possa essere un’alternativa possibile. Vorrei, invece, che ne parlasse con più ottimismo in quanto nel gennaio scorso, all’università di Bologna, davanti a fisici ed esperti vari del settore, c’è stata un’interessante dimostrazione proprio della fusione fredda. Ora pare che coloro che hanno costruito tale macchina (due fisici italiani), siano emigrati in Grecia a completare gli studi di fattibilità del loro ritrovato già a un buon punto di sperimentazione. Ora vorrei che anche lei parlasse di questa fusione fredda perché, fin dalla sua scoperta è sempre stata negletta, lasciata in disparte e anzi, oserei dire, boicottata. Perché non si investono in ricerca capitali che permetterebbero di arrivare presto alla soluzione che probabilmente è più vicina di quanto si possa credere?
Trigolo (Cremona)

Leggo di Rubbia che sostiene le centrali al torio, più sicure e convenienti. Va bene che lo hanno dato anche al comico Dario Fo, ma un Nobel una certa credibilità la dovrebbe pur avere. Ma allora perché nessun altro (oltre a qualche norvegese) propone questo tipo di centrali e nessuno le costruisce? E, comunque, col proporre il torio in sostituzione dell’uranio, Rubbia lascia capire che solare ed eolico non basterebbero. O non è così? Insomma: dateci... più luce, per favore!
Vittorio Vida
Pordenone

La fusione fredda e le centrali al torio sono i pifferi di complemento degli antinuclearisti, cari Camozzi e Vida. Starebbero a dimostrare che il nucleare non solo è demoniaco, ma anche inutile, tanto di qui a qualche anno il torio o la fusione fredda ne rappresenteranno la versione angelica. Cominciamo col torio. È il meno amato dai «no nuke» e il meno concorrenziale al nucleare. Perché sempre di materiale radioattivo si parla e poco conta che le sue scorie si esauriscano in «soli» due secoli invece dei sette-otto dell’uranio. Gli unici vantaggi che presenta sono la più ampia reperibilità della materia prima e l’impossibilità di farne un uso militare. Niente bombe al torio, insomma (questo ovviamente non significa che venga meno la produzione di quelle nucleari). E ora la fusione fredda, «inventata» nel 1989 da due chimici americani, Staney Pons e Martin Fleishmann che annunciarono di averla realizzata in una provetta e a temperatura ambiente. Purtroppo, però, quel sorprendente risultato non poté essere riprodotto in alcun laboratorio. E un procedimento si dice scientifico se, appunto, può essere riprodotto. Seguirono altri studi (l’Enea stanziò 600mila euri per la ricerca), si trovarono altre teoriche soluzioni, come il «catalizzatore di energia» al quale lei credo si riferisca, caro Vida, ma a tutt’oggi siamo alla fase sperimentale, di laboratorio, e nulla lascia sperare che la «fusione fredda» possa in un ragionevole lasso di tempo essere adottata per alimentare centrali elettriche. Esattamente come per il Rubiatron al torio. I più ottimisti parlano di 30-40 anni. Vedremo. Per passare a cose più semplici, anche un quadrato di 200 chilometri per 200 di pannelli fotovoltaici piazzati nel Sahara - il Desertec - potrebbe in teoria, come ricorda il professor Carlo Rubbia, produrre l’energia necessaria a mezzo pianeta. Peccato che ancora non si sia trovato il modo di distribuirla a così grandi distanze senza che se ne disperda la più parte. In futuro certamente lo si troverà, quel modo. Ma nell’attesa del Rubiatron, della fusione fredda e del Desertec come tireremo avanti, cari Camozzi e Vida? A forza di pale eoliche?

Ragazzi, che bestia la Bokassa...


...E mandarla in Libia, al posto dei Tornado?
Magari si arrendono subito.

Vittorio Bestiaccia InFeltrito Concitato Spadellato

......................................................

Però:


           Ehm...


Vittorio Stracattivissimo InFeltrito ImBelpietrito












giovedì 16 giugno 2011

Al Zawairi, ma dove vivi?

Sarebbe il caso che qualcuno dicesse ad Al Zawairi di lasciar perdere quelle sue manie di grandezza nel voler essere il nuovo capo di Al Quaeda. Non lo sa che Giulietto Chiesa ha detto che Al Quaeda non esiste?
Sù, Al, non fare figuracce; datti una calmata e sparisci.

Vittorio Giulietto Complottista InFeltrito

Bambini

A chi non è mai capitato, da bambino, di essere colto sul fatto in qualche marachella? Spesso reagivamo sì arrossendo ma anche sorridendo e, con fare fintamente distratto e allegro, continuavamo quell'azione sotto gli occhi della mamma come per normalizzarla e per dire: "Be', cosa sarà mai!?".
Ebbene, Berlusconi, continuando a parlare del "bunga-bunga" in molte occasioni pubbliche e politiche, sta facendo la stessa cosa. 
Con la differenza che Silvietto non è più un bambino.

Vittorio Cresciutello InFeltrito ImBelpietrito

mercoledì 15 giugno 2011

Cosa dirà l'Eco...munist? Che, dopo Veronica, Silvio tradisce anche Giulio?

Davvero Berlusconi ha detto che Tremonti non è indispensabile? Allora sta dando i numeri; e sta diventando pure ingrato. Se non era per Tremonti, sai dove saremmo noi (e il governo Berlusconi) ora? E quali altre belle copertine avrebbe fatto su di lui e sull'Italia a remengo l'ineffabile "Eco...munist"? 

Vittorio InTremontabile InFeltrito

martedì 14 giugno 2011

Economist: sicuri che abbia sempre ragione?













http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-14/caro-economist-stavolta-sbagli-064354.shtml?uuid=AarzuffD

Berlusconi l'ha scampata bella!

Lettera 11
No al nucleare. 
Berlusconi non potrà fare le centrali promesse e gongola insieme a Tremonti: "Meno male, Giulio: dove li trovavamo i soldi per fare le centrali?!"

Vittorio Fotovoltaico Eolico InFeltrito Spadellato


 IO NON MENTO, TU MENTANA...
Da Camere d'aria (blog di Primo Di Nicola - Espresso blog)

Caro Mentana, quando noi all'"Espresso", anche in quello edito da De Benedetti, facevamo inchieste e denunce sulle mazzette socialiste tu eri giornalista Rai in quota socialista. Quando noi denunciavamo le malefatte berlusconiane tu eri a Mediaset il direttore del principale telegiornale (Tg5) di Berlusconi.


E quando Berlusconi convocava i suoi consigli di guerra con i direttori di tutte le sue testate ad Arcore e dintorni, a quelle riunioni c'eri anche tu.






Michela Rocco Di Torrepadula & consorte

Quando scoppierà la "Bomba Cinese" ?

Fiamme nel sud industriale

Guarda com’è nervosa Pechino, tra rivolte e candidati indipendenti

In quaranta sfidano il Partito comunista presentandosi da soli alle elezioni. Tecnicamente si può (ma non si deve).

Dopo tre giorni di battaglie, cariche e due dozzine di veicoli della polizia dati alle fiamme, il governo è riuscito a reprimere le rivolte a Zengcheng, una città di 800 mila persone nel Guangdong, cuore dell’industria cinese che esporta..... 

Frà Fazio: lagne e stipendi.

Il furbetto Fazio adesso vuole il doppio stipendio

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Il conduttore minaccia di presentare Vieni via con me su un’altra rete ma vuole tenersi Che tempo che fa in Rai

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«Fabio Fazio pronto a lasciare la Rai». Yahoo! Che non è un grido di gioia, ma il nome del noto motore di ricerca per trovare tutto ciò che si sta cercando, a partire dalle notizie del giorno. Tra le quali, ieri, c’era la lettera aperta, consegnata da Fabio Fazio ai vertici Rai per mano di un postino vestito come Ezio Mauro, per comunicare che il prossimo anno è pronto a rinunciare a fare Vieni via con me, ma tenendosi Che tempo che fa, perché lui a viale Mazzini non riesce più a lavorare. E così forse se ne andrà in un’altra televisione. O forse rimarrà in questa. A un euro?
Un programma già visto, essendo andato in onda su Raidue qualche giorno fa. Conduceva Michele Santoro, ma il format era lo stesso: si tratta di un divertente show egotico in cui un conduttore si lamenta con chi gli ha dato lavoro per qualche decina d’anni, pagandolo qualche decina di milioni, e minacciando che se Loro, pressati da Lui, con il benestare di Lei, dovessero proibirgli di fare quello che vuole, quando vuole, come vuole, con chi vuole, allora sarebbe costretto a lanciare l’avvertimento - senza per forza però sentirsi in dovere di mettere in pratica la minaccia - che è pronto a traslocare in un altro network.
Di solito non accade nulla, il conduttore rimane dov’è e continua a fare la sua trasmissione. E magari anche due, con doppio stipendio. Vieni via con me? No grazie rimango qui. Che tempo uggioso che fa.
La manfrina dei conduttori in marsina da camerieri è uggiosa e stucchevole, così come rivendicare «garanzie indispensabili» per continuare a lavorare, dopo che si è trovato il consueto accordo economico di un paio di milioni a stagione, con la stessa Azienda che due righe prima si accusa di «indifferenza e ostilità» e due righe dopo viene lodata con «emozione sincera» come il «maggior Editore italiano» cui si deve «moltissimo» e che ti ha insegnato «tutto». Una lettera, quella di Fazio, come ha sintetizzato Roberto D’Agostino, che ha scatenato immediatamente una tragedia politica, mobilitando tutti i leader di riferimento dell’area salottiera democratica, da Bersani a Di Pietro, per mantenere in vita Che marketta che fa. Tutti disperati di perdere il lecca-lecca televisivo di Fabio Fazio, e così «il puffo para-guru di Raitre potrà di nuovo intascare due milioni l’anno per continuare il suo tele-slurp». Giudizio quest’ultimo, a proposito del quale va sottolineato come alcuni sostengano che la trasmissione di Fazio sia una formidabile arma di divulgazione culturale. Altri una infallibile macchina di promozione pubblicitaria. Mentre Aldo Grasso è sicuro che si tratta di pura réclame.

Ma se Che tempo che fa si è accreditata quattro milioni di spettatori, e Vieni via con me dieci, numeri che superano abbondantemente il quorum del diritto di critica, significa che le richieste e persino le velate minacce dei conduttori più popolari (populisti?) della tv di Stato sono legittime e incontestabili. Se c’è lo share, si può tutto. È la legge capitalistico-berlusconiana del libero mercato tanto amata dagli statalisti anti-Cavaliere. Cortocircuiti curiosi, che fanno nascere leggimi sospetti a destra e fastidiosi dubbi a sinistra. Ieri, sul sito di Repubblica, persino un intellettuale radical left come Piergiorgio Odifreddi non poteva non constatare come «la lettera di Fabio Fazio così come l’ultima puntata della trasmissione di Michele Santoro siano stati due passi falsi e che si possano configurare, a tutti gli effetti, come espressioni di “interesse privato in atto pubblico”». Aggiungendo, con un sano buonsenso e una perniciosa punta d’invidia, che «portare su un giornale o in un programma a diffusione nazionale, le proprie vicende contrattuali individuali, rivela una sostanziale mancanza di senso civico». Valeva per Enzo Biagi, sottolinea Odifreddi, e «la stessa cosa vale per Fazio e Santoro, che da decenni conducono invariabilmente i loro programmi, e vengono profumatamente pagati per farlo. In particolare, con più di due milioni di euro l’anno, il primo risulta essere il più pagato conduttore della Rai. Mentre Santoro ha deciso di andarsene, e pure lui ha ricevuto una buonauscita di più di due milioni di euro. Onestamente, in entrambi i casi queste cifre mi sembrano schiaffi alla concezione di una tv pubblica». Sembra anche a noi.
Non molto tempo fa, a Che tempo che fa, un Nanni Moretti in stato di grazia, di fronte all’ennesima servile liturgia televisiva del conduttore, crocifisse la subdola mielosa ipocrisia di Fazio con un solenne «Lo dici a tutti quelli che vengono da te, che sono il tuo mito! Lo dici sei volte la settimana!». Una cortigiana attitudine alla ripetizione che lo porta - lui, Fazio, ma anche l’altro, Santoro - a reiterare j’accuse, lacrime e minacce. Un palinsesto sì e un altro pure. Come rivelano gli impietosi ritagli d’archivio. A detta dei quali, un anno fa, ad esempio, Fabio Fazio in un’intervista a Repubblica - per caso - chiedeva alla Rai «garanzie serie» «o salta tutto». «Voglio che mi dicano che Vieni via con me andrà su Raitre. Ma finora non vedo la volontà da parte dell’azienda. Non ci sono le condizioni». Poi andò via con Roberto Saviano, sulla Rai, in prima serata.
È il triste destino di quelli che ogni volta gridano alla censura. E sono sempre lì, a tirare a casa gli stipendi.