DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

venerdì 18 maggio 2012

Saviano, e ancora Saviano, e ancora Saviano...

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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/saviano-fa-causa-anche-alla-rai-addio-per-sempre-a-viale-mazzini-il-responsabile-39132.htm

Quello che mi manca...

...è la farina del mio sacco!


Quello che non ha Roberto Saviano è l’originalità. Dopo le accuse di aver copiato "Gomorra", lo scrittore per il suo monologo avrebbe attinto da due libri di Giampiero Rossi: “La lana della salamandra” e “Amianto. Processo alle fabbriche della morte”.
A scriverlo è lo stesso Rossi sulle colonne del Fatto: “Mi ha gratificato il fatto che tu abbia scelto di attingere a piene mani dal mio lavoro (…) Quello che ho trovato assai meno piacevole, però, è una certa mancanza di riconoscimento per chi quel lavoro lo ha realizzato (…). Perché non riconoscere a chi ha investito tanto almeno la paternità di quel suo lavoro?”.
Anche perché i dettagli che Saviano ha utilizzato sono tanti, continua Rossi. E “almeno tra chi si spende per importanti battaglie etiche e culturali ci si attende condotte coerenti”. Infine una cortesia: “Sii più attento anche al lavoro dei tanti colleghi che cercano di fare altrettanto, quasi sempre con minore visibilità ma quasi mai con minore impegno”. Troppo facile fare il maestrino con le parole e le idee degli altri.


mercoledì 16 maggio 2012

Il tuttologo Saviano


Ma c'è ancora qualcosa che non fa, quel Saviano?
E adesso è lì in TV a dire: "Quello che mi manca".
Ma cosa gli manca ancora?


Lettera 17
aggiungo un paio di ricordi personali alla discussione su Saviano, inerenti la macchina da diritti in cui si è rapidamente trasformato l'autore di Gomorra: un recente albo di Andrea Pazienza, riedizione di vecchie cose a cura di Fandango, reca la presentazione di Roberto Saviano. Ammesso che l'abbia letto, non si capisce la competenza di chi dall'inizio si occupa di tutt'altro, la mafia, mica cazzi! a introdurre il divo Paz. Ma sempre di arte pop si tratta, e poi si sa che firma famosa attira i riflettori, non si sa quanto coinvolga invece i lettori di fumetto, molto più scafati e meno fessi di quanto li facciano gli editori, e dunque transeat!
Poi vado a teatro a sentire Claudio Abbado al Teatro comunale di Modena, impegnato in repertorio comprendente brani di Bach e lo Stabat Mater di Pergolesi, e chi ti trovo a firmare il testo introduttivo? Roberto Saviano. Allora vado a ritroso nella mia memoria televisiva e te li trovo insieme, lui e il maestro Abbado, ospiti di quel sorridente spaciatore di marchette che è Fabio Fazio.
Vedi che ti fa frequentare gli ambienti giusti
e avere un agente sveglio
Francesco Grifagno



martedì 8 maggio 2012

Maschi e femmine

La donna ha bisogno di sicurezza quanto l'uomo ha bisogno di approvazione.


Capito, figliola?