L’intervista in ginocchio di Marco Travaglio a Beppe Grillo ha paradossalmente portato attenzione su un aspetto rimasto in ombra. Non tanto quello che il leader a cinque stelle dice (la guerra a partiti, privilegi, sprechi e corruzione, l’abbandono dell’euro, l’ambientalismo, l’opportunità data a dei «signori nessuno» di partecipare alla vita pubblica e addirittura diventare dal nulla sindaci di città e paesi), ma quello che non dice. Sul Giornale di oggi ho pubblicato un articolo (questo il link) che pone alcuni interrogativi sui programmi grillini ancora privi di risposta.
I pentastellati danno voce a un’insoddisfazione e a una protesta che in certi casi portano a proposte condivisibili, come la riduzione del peso della pubblica amministrazione e dei tanti benefit connessi alle poltrone della politica. Ma su moltissime questioni le sfuggenti idee di Grillo lo fanno assomigliare a un vecchio Dc sprovveduto o preoccupato di non scontentare nessuno. Che cosa vuol dire che il debito pubblico dev’essere ridotto «con taglio degli sprechi e l’introduzione di nuove tecnologie»? Chi paga internet gratis nelle scuole se non lo Stato, o i libri di testo gratis sull’iPad, o i pensionati gratis per gli studenti fuorisede? Chi paga gli incentivi sulle energie rinnovabili o l’esproprio delle reti telefoniche?
Ancora: chi ha detto che gli inceneritori sono letali? Dieci anni fa mi capitò di visitare un impianto in uno dei maggiori distretti industriali tedeschi, a Pirmasens presso Saarbrucken. In Germania ogni comune di una certa dimensione ne ha uno: vi si bruciava di tutto senza differenziare perché la tecnologia tedesca si basa sulla quantità dei rifiuti non sulla qualità; otto filtri abbattitori in successione impedivano la fuoriuscita di fumi dannosi; il residuo inerte recuperato veniva impiegato per i sottofondi stradali e l’energia termica prodotta rendeva autosufficiente la circostante zona industriale/artigianale. L’impianto era controllato «acca24», come si dice oggi, da tecnici in camice bianco, guanti e mascherina. I benefici per l’economia e le tasche dei contribuenti spiegano almeno in parte perché il sistema manifatturiero tedesco affronta la crisi meglio di altri Paesi.
Su tutti questi temi l’unico Grillo non canterino è il nostro Beppe. Credo sia nel suo interesse rispondere, perché il silenzio su tanti temi (energia, industrie nazionali, bilanci pubblici) unito ai non esaltanti primi passi delle neonate amministrazioni a cinque stelle potrebbe indurre qualche suo sostenitore (o molti, chi lo sa?) a ripensare il proprio appoggio.
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